Maria Squeo, consigliere comunale, consegna a Manfredi il dono del Comune: un'opera di Michele Gregorio che mostra il Re del Tempo |
Ho seguito l'evento per le pagine della Cultura della Gazzetta del Mezzogiorno.
Capurso - Il mare. Forse più
dello stesso Ulisse, è il mare il protagonista della saga che Valerio Massimo
Manfredi ha dedicato a Odisseo. E che è giunta alla seconda puntata de "Il
mio nome è Nessuno", intitolata "Il ritorno" (Mondadori, 2013,
331 pagine, €19),
seguito de "Il giuramento".
Dell'eroe omerico lo
scrittore emiliano ha parlato a Capurso, nella biblioteca comunale
"D'Addosio", nell'ambito della rassegna letteraria Il Presidio del
libro - Cartesio (Capurso, Cellamare, Triggiano e Valenzano), coordinato da Rosella Santoro. E proprio la Santoro (insieme
alla quale sono intervenuti la preside del Cartesio di Triggiano, Maria Morisco
e il sindaco di Capurso, Francesco Crudele) ha ricordato la partecipazione di
Manfredi al Libro Possibile di Polignano questa estate e annunciato che anche
Lo scudo di Thalos, dopo L'Ultima legione (con Ben Kingsley e Colin Firth),
diventerà un film, una coproduzione italo-americana.
<Era un mondo violento,
una civiltà violenta, quella dell'Età del bronzo, non regolata da organismi
internazionali che all'epoca non c'erano. Ma è la contraddittorietà, la
multiformità di Odisseo ad imporlo come uno dei personaggi più ricchi di
fascino di tutti i tempi. Di Ulisse - ha ricordato l'autore di Alexandros -
hanno parlato Virgilio e Dante, Joyce e Borges, Pascoli e Kavafis>.
Ma poi c'è il mare. Con i
suoi mostri, con le sue sirene, con i suoi inganni e i suoi ciclopi. <Il
liquido elemento tenta di appropriarsi della nave e degli uomini del re di
Itaca>. Non riuscendoci, nonostante l'odio pervicace di Poseidon, <il suo
più terribile nemico>.
Manfredi firma autografi |
Più volte il settantenne
archeologo si sofferma sulla galassia delle piccole comunità in contatto e in
lotta tra loro. Comunità popolate di guerrieri. E l'assedio di Troia è a suo
parere il primo conflitto mondiale. Che fa dire a più d'uno "quanto c'è
costata quella guerra".
<Omero è il principio
testuale dell'Occidente, nelle sue parole c'è l'avvento della civiltà>. Ulisse si presenta a casa
sua, a Itaca, dopo lunghi anni di guerra sotto le mura di Ilio, dopo lunghi
anni di mare, e dopo il viaggio più fascinoso e avventuroso di tutti i tempi, trova un mondo al collasso, in disfacimento, nonostante le
meraviglie dei Feaci di Alcinoo. Ma il suo ritorno è un'oscura profezia. E, dopo una serie di vicende laddove i versi di Omero (e ancor più le pagine di Manfredi) si trasformano in un noir. Fino alla tragedia e all'eccidio finali, con la strage dei Proci pretendenti al trono del re creduto morto.
Da sinistra, Rosella Santoro, Valerio M. Manfredi, Francesco Crudele e Maria Morisco |
Manfredi è affabulatore,
oltre che scrittore che, attraverso la formula del romanzo storico (definizione aspramente contestata: i due volumi della saga di Nessuno per l'archeologo-scrittore-divulgatore sono ricerca, analisi scientifica), diviene
grande divulgatore capace di coinvolgimenti anche complessi come quelli dei
ragazzi a cui il Presidio Cartesio fa espresso riferimento.
Con Manfredi la D'Addosio ha ospitato
un altro grande scrittore. E venerdì, nell'ambito de "Il libro
parlante", ce ne sarà un altro: interverrà infatti il meridionalista Pino Aprile (l'autore del celebre Terroni e, da ultimo, de Il Sud puzza) che converserà con il
giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Francesco Costantini.
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