Qualche anno dopo, entrato in pianta stabile nella redazione sportiva della Gazzetta, i contatti cominciarono ad essere frequenti. Gli chiesi se fosse possibile entrare in Comitato, creare un Ufficio Stampa che in realtà non c'era. Democristianamente, non mi disse sì. Ma non disse no. E mi offrì la tessera di collaboratore. Che accettai con malcelato orgoglio. Cominciai a seguire la rappresentativa del calcio regionale in trasferta. Per me (allora come oggi) era sempre disponibile una camera d'albergo al Mediterraneo di Napoli, un posto al tavolo vip in una famosa osteria di Trastevere, una poltroncina al miglior bar di Cosenza, di Trevi, di Penne, di Posillipo, insomma ovunque si svolgessero il Torneo delle Regioni o il Torneo delle Due Sicilie, che ho seguito per molti anni embedded.
Franco Biscozzi era un gentleman, difficilmente perdeva l'aplomb, anche quando s'inalberava. Soffriva della sindrome di Atlante ("tutto il mondo grava sulle mie spalle"), ma il senso del lavoro e della presenza continua era connaturato nella sua persona. Amava il calcio visceralmente. Quel calcio che è gioco e sport, ma anche potere ad alta concentrazione. Si fidava ciecamente del suo braccio destro, Vito Tisci. L'attuale "Governatore" del pallone di Puglia era già segretario del Comitato (ruolo strategico, in quella organizzazione) con il presidente Orsini, quando nell'88 l'allora presidente del Settore Giovanile (a quei tempi organismo autonomo rispetto ai dilettanti) sedette sul trono del calcio regionale. Tisci, giovanissimo, rimase nel suo ruolo. Biscozzi governò il football da Apricena a Casarano per sedici anni, quattro mandati. Non erano solo rose e fiori. Nel mondo del calcio sono innumerevoli le strane faccende. E nell'autunno del 2004 decise di ricandidarsi ma trovò un avversario. Era la prima volta dopo tanti anni. Achille Candido, vicerè del Salento accettò la rotta di collisione. Fu caos per alcune settimane. I contendenti sembravano accecati, magari anche per via dell'età, per entrambi piuttosto avanzata: non si resero conto che stavano danneggiando il calcio. Fino a quando, Carlo Tavecchio, grande capo della Lega nazionale Dilettanti, e soprattutto Tonino Matarrese, visto che non c'era verso di convincere una delle due anime del calcio pugliese, quella barese e quella salentina, a farsi da parte, individuarono la terza via. Tisci, perlappunto. Che s'inventò per il suo padre calcistico la carica di presidente onorario.
Un anno abbondante prima, avevo proposto a Biscozzi di aiutarmi nella operazione legata alla pubblicazione del libro "Vostra Eccellenza". Lo trovai pronto, come sempre. Individuammo la formula migliore e a luglio del 2003 la creatura venne alla luce. Lo presentammo a Bari (la foto in alto si riferisce proprio a quella serata), in un locale all'aperto, ai confini della Città Vecchia. E' stato uno dei momenti più belli della mia vita. C'era anche lui, il commendatore, Franco Biscozzi.
A ottantadue anni, "il presidente" se n'è andato. Mercoledì mattina, un blocco renale ha fatto precipitare il quadro clinico. Era ricoverato all'ospedale di Andria. Un pezzo di storia del calcio pugliese, hanno detto. Giusto. Per quel che mi riguarda, lo ricorderò per sempre.
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