sabato 13 luglio 2013

EVENTI / ROY PACI TRA CORLEONE E CAPURSO

Va bene rompere gli schemi (pare l'abbia fatto Schoenberg con la musica dodecafonica, una delle più tetre invenzione che artista abbia mai potuto concepire), ma rompere timpani e timpalli, no. Come proiettlili perforanti, più rumori che note, come un pianto stridulo di bambino alla controra. Chi diceva che la musica andina era una noia mortale? Beh, avesse ascoltato il progetto Corleone (http://www.youtube.com/watch?v=bNxfIAErXrk) avrebbe rivalutato Violeta Parra e gli Inti Illimani.
Attenzione, molti artisti hanno fatto sperimentazione musicale: i Pink Floyd hanno cominciato con la psichedelia, ma per approdare alla parte scura della luna; Lucio Battisti è arrivato a Hegel (passando per Anima Latina), ma aveva musicato il canto libero di Giulio Rapetti.
Le uniche cose interessanti di ieri sera (evento conclusivo del Multiculturita Summer Jazz Festival) sono state l'ouverture (in parole, non in musica) con la voce che pareva quella del miglior Carlo Lucarelli di Blu Notte (a proposito, dello scrittore emiliano bellissimo L'isola dell'angelo caduto, pretenzioso L'ottava vibrazione) e lo strepitoso duetto tra il batterista Vadrum e il chitarrista Turra (quarto brano). Per il resto, una urticante invasione di suoni ad altissimo contenuto di decibel e il mistero misterioso di una musica affogata in una palude di note che dal canovaccio annegavano nel caso passando per il caos. Heavy metal forgiato in lava etnea e raffreddato nelle acque dello Stretto. Più volte m'è venuto in mente un episodio: durante una festa patronale, Bruscella & Pellicani, prima dello spettacolo pirotecnico, alzarono un po' troppo il gomito: ne scaturì una santabarbara caotica, senza capo né coda, smontata e rimontata. La rapsodia di un katyuscia, l'organo di Stalin.
Mi avevano descritto Paci (http://www.youtube.com/watch?v=cEUPEEGwGv8) come l'erede di di Nini Rosso e Fred Buscaglione. Beh, ieri sera mi sono sentito piccolo, ma piccolo così. Anzi, più imbarazzato che piccolo.
Il buon direttore artistico, dopo sessantuno (61, manco una partita di calcio giovanile) minuti di spettacolo, ha detto che da oggi (da ieri) Multiculturita è anche avanguardia. Buona fortuna, Laricchia, apprezzerò sempre i tuoi sforzi, ma un sito così bello (i giardini pubblici di Capurso) e una platea così folta e speranzosa meritava ben altro. Corleone continuerà a restare, nell'immaginario collettivo, il cognome di don Vito e di Totò e il paese della premiata ditta Totò & Bernardo.
P.S. ammesso che qualcuno abbia intenzione di farlo, per cortesia non dite che non capisco niente di musica (lo so), non sono sufficientemente all'avanguardia (lo sospetto), non ho capacità interpretative (me lo ripeto ogni giorno modellandomi la barba), che mi piacciono Nino D'Angelo e Nicola Di Bari (non è vero), che non so chi siano i Led Zeppelin (i futuristi avevano inventato le parole pesanti come metalli molti decenni prima). E comunque sarà proprio così, anche perché molti spettatori da me interpellati (e provocati) hanno detto di essersi divertiti (io a guardare quelle due signore in viola: uno spettacolo).

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