martedì 1 ottobre 2013

IL MIO CALCIO / MONOPOLI-BRINDISI 3-2


SERIE D, GIRONE H, QUINTA GIORNATA
DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013, STADIO V.S. VENEZIANI IN MONOPOLI
MONOPOLI-BRINDISI 3-2
MONOPOLI: Mirarco, Lacriola, Colella, Camporeale, De Toma, Vetrugno, Laboragine (36’ st Marini), Lanzillotta, Di Rito (33’ st Corvino), Strambelli, Montaldi. A disp. Serrano, Pinto, Disanto, Mastropasqua, Adeshokan, Cortese, Causio. All. De Luca.
BRINDISI: Novembre, Iaboni, Liotti, Favia, Patti (47’ st Tedesco), Cacace, Loiodice (23’ st  Albano), Marsili, Gambino, Pellecchia, Fella (40’ st Greco). A disp. Peschechera, Sicignano, Akuku, De Martino, Vantaggiato, Nassi. All. Ciullo (in panchina Maggio).
ARBITRO: Cenami di Rieti.
RETI: pt 3’ Di Rito 8’ Gambino rig., 18’ Montaldi, 21’ Laboragine, 28’ Gambino.
NOTE: ammoniti De Toma, Strambelli, Liotti, Laboragine, Lanzillotta, Vetrugno, Tedesco.
un'azione di calcio d'angolo sotto la porta di novembre;
in curva la straordinaria coreografia dei tifosi monopoliani
MONOPOLI – Se il calcio si sforzasse di concentrare le immense energie positive, di spettacoli come quello del tardo pomeriggio di domenica ve ne sarebbero tanti. E, almeno nella “bolla pallone” sarebbe più bello vivere, respirare. C’era tantissima gente al “Vito Simone Veneziani”. La curva era coperta da molte centinaia di persone che indossavano magliette bianche e magliette verdi. La gradinata era occupata da almeno duecento ultrà del Brindisi. I posti a sedere in tribuna erano in gran parte occupati. Il primo tempo, poi, è stata una sinfonia. Anzi, no, un concerto di fuochi pirotecnici. Hai voglia a dire che lo zero-a-azero è risultato perfetto. Il gol è esplosione di gioia, vittoria e sconfitta sublimate in pochi gesti, errore e prodezza  montati come al cinematografo.
un momento di monopoli-brindisi; sullo sondo,
la tifoseria biancazzurra
Monopolitani e brindisini non si vogliono bene. Calcisticamente. Vivono stagioni di alti e bassi, tra il professionismo e il baratro. Brindisi pare aver ritrovato una certa stabilità. La gestione assicurata da Ninì Flora garantisce risorse e ambizioni. Monopoli ha ritrovato passioni e pulsioni di un vecchio lupo di mare, Vito Laruccia, che ha radunato attorno a sé, dopo la sperimentazione con Maci, Tatò e D’Alesio, risorse umane monopolitane, accompagnate da un guru del football pugliese come Mario Russo. Sotto e sopra tutto, c’è l’entusiasmo ritrovato degli appassionati. Che è il sale del calcio. Uno stadio vuoto è una minestra insipida. Sopra tutte le mense.
Claudio De Luca schiera, davanti all’ex Nardò Mirarco, con Lacriola e Vetrugno esterni, Colella e De Toma centrali. In mediana, Camporeale corre per tutti,. Lanzillotta è il regista, Strambelli il trequartista, Laboragine tracciava i solchi a destra, Di Rito il centravanti-boa e Montaldi l’attaccanta passepartout, nel senso che puoi ritrovartelo dappertutto. Totò Ciullo, in tribuna per squalifica, si affida ad uno schieramento più o meno speculare, con Patti e Cacace stopper e libero davanti a Novembre, Iaboni e Liotti terzini; l’ex Molfetta Favia è il mediano, Loiodice e Fella fanno da cornice all’attaccante Gambino, sempre in agguato, Marsili e Pellecchia i centrocampisti. Panchine ricche: l’ex neretino Corvino su quella biancoverde, insieme a Marini, Adeshokan e al figlio di Franco Causio; Tedesco e Albano su quella biancazzurra.
La prima frazione di gioco, come si diceva, è divertente. Il match è sempre in bilico, anche quando il Monopoli si porta avanti di due. L’argentino Nicolas Di Rito segna il primo gol in campionato su perfetta punizione di un altro Nicola, Strambelli. Cenami vede poi un fallo di mano di un uomo in barriera e assegna un rigore al Monopoli che Gambino trasforma. Il match sembra spezzarsi quando Novembre costruisce un inglorioso tunnel attorno ad una sfera innocuamente calciata da Montaldi. Gol e onta. Nel calcio le papere, per fortuna, le fa anche Buffon. I baresi blindano (almeno così pare) la partita con Laboragine, i brindisini trovano la combinazione con Gambino. Cinque gol in ventotto minuti. Impossibile continuare su tali ritmi di azioni belle e errori macroscopici. La fase difensiva, una volta tanto, ha la peggio. De Toma appare troppo statico, Vetrugno si distrae, Cacace e Patti non fanno meglio dall’altra parte.
Poi, come d’incanto, i calciatori in campo trovano misure e contromisure adeguate alla levatura dell’avversario. La gara scivola “normale” ma sempre ricca di fascino. Le tifoserie proseguono negli sfottò, ma non si va mai sopra le righe (beh, siamo solo alla quinta giornata!), anche quando Ciullo, agli sgoccioli della partita, si muove dalla tribuna dov’era appollaiato per raggiungere gli spogliatoi, gli inviti monopolitani a dimettersi erano sussurrati, quasi rispettosi. Il buon Totò a stento faceva finta di nulla.

L’unica macchia di una bella serata monopolitana a triplice fischio fischiato. Uno zelante addetto alla sicurezza tiene la porta di uscita chiusa. Ordini della questura, dice. Dietro la serranda la folla comincia a vociare, a protestare, a spingere, a sudare, a litigare. Chi doveva andare a scrivere, chi a lavorare, chi dalla moglie in ospedale, chi si sentiva male, chi aveva il bimbo che soffocava, chi era poliziotto, chi vigile urbano, chi assessore e chi giornalista. Lo steward andava in affanno. Chiamavo un “Vito” e invocava nuove disposizioni dalla polizia. Che non arrivavano. Fino a quando la spinta non doventava insopportabile e la diga crollava. Una disposizione senza senso. Momenti in cui hanno pesato le colpevoli assenza di un poliziotto o di un dirigente del Monopoli. 

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