domenica 13 ottobre 2013

TANTO PE' CAMPA'

Che bisogna fare per campare. Per le strade di Roma, come per quelle di tutte le città, s'incontrano i mimi. Quando li vedi all'opera sembrano entità non di natura umana. Poi, nelle soste del "lavoro", li vedi bere acqua, fumare, mettersi le dita nel naso e allora pensi: caspita, sono persone come normali: studenti, disoccupati, circensi falliti, impiegati licenziati, salumieri senza più salumeria. Si accontentano di poco, salutano o applaudono ai dieci centesimi offerti, anche se sotto sotto ti bestemmiano se non  raggiungi l'euro. A Roma, in una mattina di fine settembre, erano in quattro, in uno slargo di via Cavour. Senza testa. Ad ogni monetina, applaudivano. Uno, a fronte di una banconota da cinque euro, si alza e stringe la mano al mecenate. Nel complesso l'effetto è suggestivo e raccapricciante. L'impatto cromatico è senza dubbio buono. Forse (forse), c'è anche una metafora, dietro la performarnce (con l'accento sulla prima "e", mi raccomando): siamo clown e abbiamo perduto la testa. O rischiamo seriamente che accada. Oppure, siamo gente ridicola e nascondiamo la testa non più nella sabbia ma incassandola nelle spalle. E sostituendola con una camicia colorata e una cravatta festosa.

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