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“LSD”, DIRETTO DA MICHELE TRAVERSA. UN GIORNALE CHE VI INVITO A SFOGLIARE, CERTO CHE VI POTRETE TROVARE ORIGINALI SPUNTI E CURIOSITA'
Gaeta (Latina) - Carlo Avallone è un rosticciere un po’
istrionico. La sua “Pizzeria del porto” a Gaeta è un punto d’incontro per chi
vuole gustare il “piatto nazionale” della cittadina del Basso Lazio, la “tiella
gaetana”. Carlo s’è inventato anche un corso – invero piuttosto frequentato - per
neofiti che vogliono affrontare l’ardua montagna della preparazione della tiella. (L'amico Sandro Romano, che ha voluto fortemente passare da Gaeta sulla strada del ritorno da Chianciano, mi ha consigliato di consigliare il sito Giallo Zafferano per quanto riguarda le ricette: cliccando sul link ci potete navigare).
Carlo Avallone, titolare della Pizzeria del Porto uno dei punti di riferimento per gustare la tiella gaetana |
Secondo Salvatore Di Ciaccio, medico veterinario, ex assessore e cultore di storia patria, la tiella, che ha più o meno tre secoli - è stata portata in Puglia dai carpentieri e tufaroli pugliesi che, chiamati da Carlo V nella prima metà del diciottesimo secolo, trasferirono nei loro paesi e città quella mirabile esperienza gastronomica. Nacque così il calzone barese. Che, per i più poveri, era farcito con cipolla o con sarde. Quando la tiella, a Gaeta, aggredì le narici e le papille gustative di borghesi e nobili, fu farcita con polpo e frutti di mare. Nacque la “tiella, gaetana” classica.
Gaeta, il minuscolo laboratorio della Pizzeria del Porto: vi lavorano due persone |
La sagra della tiella gaetana si tiene a maggio. Ma una
della trovate più recenti, di cui va fiero Di Ciaccio (“Se i gaetano mi sentono
dire questa verità assoluta mi prendono a pernacchie, per cui lo dico solo a
lei: la prego non lo dica in giro”), è la festa gastronomica “Le vie di Gaeta”,
trionfo dello street-food.
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