sabato 17 agosto 2013

L'OSSERVATORE ROMANO

L'Osservatore Romano non è un giornale facile. Giovanni Battista Montini, quand'era arcivescovo di Milano, nel 1961, in occasione del centenario del quotidiano, scrisse che "L'Osservatore è un giornale di idee. Non è come moltissimi altri, un semplice organo di informazione; vuol essere, e credo sia, principalmente di formazione. Non vuole soltanto dare notizie. Vuole creare pensieri".
Su e-bay il giornale  che annuncia la morte
di Giovanni Paolo II viene venduto
a 17 euro
Un amico, Vito Grittani, mi ha donato il catalogo di una mostra del 2006, tenutasi a Palazzo Valentini a Roma. Numerosissime le prime pagine del "giornale del Papa", come lo stesso futuro pontefice Paolo VI lo definì, una in particolare mi ha colpito. Una bara scarna, in legno, con sopra un vangelo che, al vento impetuoso di primavera, sfogliava le sue pagine. Una sola grande parole, campeggiava: "Grazie!". Era il 9 aprile 2005. Un sabato. In quelle quattro assi di legno c'era uno dei più grandi papi della storia, Giovanni Paolo II. Grande e controverso, Karol Wojtyla. Un gigante. L'omelia - si legge nella civetta del taglio basso sulla prima pagina dell'Osservatore - è del card. Joseph Ratzinger, decano del Collegio cardinalizio. Di lì a pochi giorni, il sacerdote tedesco sarebbe stato eletto papa, sarebbe diventato Benedetto XVI.
Le copie dell'Osservatore Romano
con l'annuncio della elezione di
Papa Francesco saranno distribuite
durante la festa della Madonna
del Pozzo, a Capurso, su iniziativa di
Vito Grittani
Insieme al libro fotografico,  mi è stato donato il numero del 13 marzo scorso dell'Osservatore Romano. Quello dell'habemus papam. Annuncia un papa che, per primo (e con un ritardo per certi versi inspiegabile tra tanti Pii), avrebbe assunto il nome del santo di Assisi, forse l'uomo che, dopo Cristo, ha innescato una rivoluzione quasi altrettanto radicale.
Francesco, Jorge Mario Bergoglio. Probabilmente, del sacerdote argentino, fra qualche anno, parleremo negli stessi termini. L'uomo che ha cambiato la Chiesa.

Nota a margine. Nonostante la Chiesa sia spesso definita (e in effetti per molti versi lo è) monolite immutabile, guidata da vecchi bacchettoni curiali, essa è stata capace di grandi scelte. Negli ultimi anni quegli uomini, quei vecchi bacchettoni hanno compiuto scelte straordinarie, rivoluzionarie. Per esempio eleggere un prete polacco a capo della Chiesa. O chiamare al soglio di Pietro un prete di Buenos Aires, tifoso di calcio, semplice e umile. Un uomo che, secondo molti osservatori, sta cambiando e cambierà la Chiesa di Cristo. Possibile che l'Italia e gli uomini che sono al suo comando, non sono in grado di fare altrettanto?

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