lunedì 24 giugno 2013

IOSEFA, STELLA E SILVIO

Iosefa, Stella e Silvio.
Iosefa se n'è andata. Mi sta simpatica. E non solo perché s'è dimessa. Non solo perché ha vinto tante medaglie olimpiche. Non solo per le mitiche telecronache di Galeazzi. Ma perché ha il nome di mia nonna, Giuseppina (anche se qualche buontempone, al'epoca - era il 1909, pensate un po' - la chiamò Peppinella). Iosefa se n'è andata per una questione di "destinazione d'uso di un locale". Lei è tedesca. E' fatta così. E Enrico Letta è stato intransigente. Una intransigenza - lo immagino - con il cuore gonfio di dolore.  E di rabbia.Una intransigenza da leader senza se e senza ma.
Iosefa se ne va.
Come se n'è andata Stella. Questione di centimetri. Centimetri in più in una decina di balconi. Questione di interferenze possibili quanto improbabili. Stella se n'è andata. Questione di stile. In fondo, fare l'assessore in un piccolo paese di provincia, pressapoco una espressione geografica, non può essere così importante. Certo non più importante della dignità. Stella se n'è andata. Ha lasciato per non farsi massacrare. Lei non ha la vocazione di Giovanna d'Arco, non ha voluto salire sul rogo mediatico. Ha salutato tutti ed è tornata alla sua vita.
Silvio non se n'è andato. Silvio non se ne andrà mai. Anche perché sostenuto da una gran parte di quello strano mondo-a-parte che è l'Italia. Un film di Fellini (che non poteva non essere italiano). Silvio è stato condannato, non ricordo più neanche quante volte (a proposito, è stato condannato anche Raffaele: e neanche lui, salentino di Maglie, se n'è andato; e anche lui accumula migliaia di voti dei miei corregionali). Ma, che volete, in questo strano gioco dell'oca che è il nostro Paese, i dadi sono truccati solo quando esce l'uno più uno. E poi, lui, Silvio, nella casella del si torna indietro non ci andrà mai. Lui guarda avanti. E' l'invito di Angelino, d'altronde: vai avanti, Silvio. Meno male che ci sei tu.
E meno male che ci sono gli italiani che lo votano a milioni. Sennò i giudici rossi (o, peggio ancora, i giudici femmina, puah) ci avrebbero arrestati tutti. In prigione, in prigione, tutti quanti in prigione, cantava Edoardo. Tutti tranne lui, Silvio.

Nessun commento:

Posta un commento