venerdì 28 giugno 2013

UN TUFFO OLTRE LA VITA


Vi siete mai chiesti cosa ci sia dopo? Dove andremo? Cosa diventeremo? Sono uno scientista. Quindi, fondamentalmente, sono convinto che ci sia solo il disfacimento, il nulla, insomma. Però, sono un socio-cattolico, come dice Piergiorgio Odifreddi. E dunque la tentazione di credere che un qualcosa ci sia oltre lo Stige, oltre l'Acheronte. E se Caronte non fosse solo un'invenzione della fantasia? E se la vita dopo la morte non sia solo una favola dell'oppio dei popoli, della religione? E se... E se fosse vero quel che diceva il padre di un amico notaio ("Tanto che ti costa, crederci conviene") fosse la sacrosanta verità? Stamattina, in bagno, ho letto un articolo di Enzo Bianchi su Agorà (le pagine culturali) di Avvenire di domenica scorsa. Straordinario scrittore il priore di Bose. Ecco un assaggio (per chi lo desideri, c'è il link per leggere l'intero pezzo del sacerdote dalla barba candida: http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201306/130623bianchi.pdf): «Troppi cristiani credono nella reincarnazione, tra l'altro senza sapere che nell'induismo e nel buddhismo essa significa una condanna, perché la salvezza si attua attraverso una lunga disciplina che fa uscire dal ciclo dei ritorni sulla terra» «La resurrezione di Cristo non significa solo che la sua parola non finisce, bensì che la sua intera persona, inchiodata in croce, è stata rialzata da Dio in un'esistenza nuova Questa Pasqua rivela e annuncia lo stesso evento che attende l'umanità di tutte le genti e tutti i tempi».

L'anno scorso sono stato a Paestum. Al museo archeologico c'è un capolavoro assoluto: la tomba del tuffatore. Non sapevo dell'esistenza di questo reperto (http://it.wikipedia.org/wiki/Tomba_del_tuffatore). Me ne sono innamorato immediatamente, tanto da comprare un piccolo poster che ho incorniciato e appeso in ufficio e una maglietta. L'ho fotografato con il mio Blackberry.

Il tuffatore è colui che sta passando a miglior vita. Il tuffo è il momento del transito. Denso di fascino ma istantaneo, macabro e intrigante. Un viaggio senza ritorno, eppure ineluttabile: c'è quasi un senso di volontà in quello che avviene. Un suicida? O la consapevolezza viene da un destino che non si può cambiare? Leggiamola come vogliamo. Resta la meravigliosa grandezza di un'inconsueta (e forse inconsapevole) opera d'arte.

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