domenica 23 giugno 2013

VIAGGI E MIRAGGI - L'ETNA, UN RICORDO, IL BIANCO, IL NERO E UN BELL'ARTICOLO


Sottopongo all'attenzione dei miei venticinque lettori, un articolo scritto da Francesco Merlo sul suo giornale, La Repubblica. E' uscito ieri, sabato 22 giugno (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/06/22/lunesco-promuove-letna-il-vulcano-in-bianco.html?ref=search). E parla del riconoscimento, da parte dell'Unesco, dell'Etna quale "meraviglia" del pianeta. La prima cosa che mi ha incuriosito - starei per dire ovviamente, è il bianco e il nero, perno
concettuale dello scritto del giornalista siciliano. E poi il ricordo di una delle trasferte calcistiche più belle. Ero al seguito della Rappresentativa dei giovani dilettanti. Il Torneo delle Regioni quell'anno, per la prima volta, fu biennale: qualificazioni in Sicilia, finali in Lombardia, l'anno successivo. Una assurdità. Che la Puglia pagò a caro prezzo. Perché la squadra di quell'anno era formidabile. Giusto per fare un nome c'era anche Ciccio Caputo che, prima di approdare al Noicattaro (e di lì al Bari), aveva militato nel Toritto. Purtroppo, l'anno successivo, sul Garda, quella leva non c'era più.
Salimmo un paio di volte, a Zafferana prima e a Nicolosi poi, alle falde dell'Etna dal quartier generale della comitiva pugliese di Acireale. Lo facemmo in taxi. Con un taxista folle, che guidava lungo quei tornanti e settanta-ottanta all'ora. Sai che strizza. Provavamo a indurlo a una maggiore prudenza ma lui, con una macchina vecchia e mezzo scassata, non ci dava retta. Gli chiedeva come si viveva sotto il vulcano. In attesa, ci disse.

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